“Da piccola andavo su in Bric con
nonna Aniza, nel campo, a raccogliere strok e fagioli.
Poi mi sedevo sul ciglio: allora si vedeva ancora il torrente e quel piccolo pianoro che è stato spazzato via da una piena del torrente qualche decennio fa.
Io e mia sorella facevamo a gara su chi vedesse per prima il papà che tornava giù dalla planina. Si vede che quel posto è magico e ispiratore: qualche anno fa, seduta proprio lì e guardando il panorama, ho scritto questa poesia per Dante, il mio papà”. Grazie Selene
Poi mi sedevo sul ciglio: allora si vedeva ancora il torrente e quel piccolo pianoro che è stato spazzato via da una piena del torrente qualche decennio fa.
Io e mia sorella facevamo a gara su chi vedesse per prima il papà che tornava giù dalla planina. Si vede che quel posto è magico e ispiratore: qualche anno fa, seduta proprio lì e guardando il panorama, ho scritto questa poesia per Dante, il mio papà”. Grazie Selene
AUTUNNO IN VAL RESIA
Monti, abbracciatemi.
Prati, accoglietemi.
Aria, vento,
carezzatemi i capelli.
Sono le tue braccia
che mi stringono.
Sono le tue ginocchia
che mi sostengono.
Sono le tue mani
che mi scompigliano i capelli.
Sei in questa valle,
padre,
in ogni luogo.
L’eco delle tue parole,
dolci e aspre,
rese mute dal mio orgoglio
e oggi dolorosamente cercate,
si confonde e si perde
nell’eterno scorrere dell’acqua.
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